il microscopio: per anni un buon compagno di vita
PREGI:
-- sono tollerante
-- non mangio prodotti animali
-- parlo poco
-- non conosco l'invidia
-- non prometto la felicità
DIFETTI:
-- bevo poca acqua
-- non parlo
inglese
-- non tengo dritta la schiena
-- (e un altro trovatelo
voi ...)
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Comunque MI PRESENTO: sono Gianni Tadolini (Bologna 1950). Dal 1978 esercito la professione di psicologo, in prevalenza a Forlì, nella pratica clinica, nella psicoterapia e nella ricerca.
Sono iscritto all'Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna fin dal tempo costituzione dell'Albo professionale (1989).
Per impreviste ed inattese, ma
certamente gradite opportunità, mi trovai presto ad occuparmi di discipline neuroscientifiche in diversi contesti, sia all'interno di istituti di ricerca, sia per alcuni incarichi di studio su commissione dell'Ordine
dei Farmacisti della mia provincia (Forlì-Cesena). In parallelo ho coltivato, con appassionanti osservazioni, anche l'interesse per il mondo animale ed oggi molti mi conoscono - più che come psicologo
- come "etologo", anche se l'esercizio della PSICOTERAPIA con i pazienti continua ad essere di fatto la mia occupazione prevalente.
Ma procendiamo con ordine. Iniziai la mia esperienza lavorativa nel 1978, nell’ambito della psichiatria, vincendo un concorso al C.I.M. - allora Centro di Igiene Mentale - di Ravenna, poi all’Ospedale
Psichiatrico "Santa Maria della Scaletta" di Imola (Bologna). Mentre mi immergevo nella psicoanalisi, sottoponendomi ad un lungo ed oneroso training terapeutico e didattico col Prof. Giseppe Tonini di Rimini, scorrevano gli anni della Riforma Sanitaria e della
profonda trasformazione del paradigma socioculturale delle discipline che si occupano di salute mentale. Conobbi Franco Basaglia e strinsi personale amicizia con Gianfranco Minguzzi, Edelweis Cotti (che fu mio direttore all'Ospedale Psichiatrico) e Giorgio
Antonucci, personaggi di spicco nella riflessione antipsichiatrica sull’istituzione manicomiale europea di quel lontano periodo. Conobbi anche lo psichiatra sud-africano David Cooper e lo statunitense Morton Schatzman: da loro trassi la mia
fondamentale critica epistemologica alla psichiatria.
Un giorno, avendo qualche familiarità con le tecniche sperimentali di ricerca, che mi affascinavano - a
seguito di un contatto occasionale, prima col Prof. Silvio Garattini, poi con lo psichiatra Benedetto Saraceno, all’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano - venni “prestato” (mi piace
questa espressione) alla neurobiologia e cominciai ad occuparsi di Modelli Animali Sperimentali nelle fasi precliniche della ricerca sui farmaci, approfondendo soprattutto la neurotrasmissione nei mammiferi: portai avanti questi studi per
anni, alternando l’osservazione scientifica con l’attività didattica. Insegnai queste cose in Svizzera - nel Canton Ticino - ed in Italia, come oggi ancora in parte faccio. Tra il 2002 ed il 2006 mi interessai alla sperimentazione
dei farmaci antitumorali, in concomitanza con un incarico al Comitato di Bioetica dell’Azienda USL di Forlì. Nel 2008 fui invitato, dall'azienda farmaceutica Eli Lilly, a studiare e verificare la metodologia con cui il Prof. Irving Kirsch,
del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Hull (UK), aveva prodotto la sua famosa "meta-analisi" (Meta-analisi di Kirsch), sull'inefficacia dei farmaci antidepressivi ed esposi i risultati di questo studio ad un convegno apposito all'Ospedale
Sant'Orsola di Bologna (giugno 2008).
Nel 2006, intanto, avevo preso contatto con la letteratura antispecista. Essendo membro ordinario della A.I.S.A.L. (Associazione
Italiana per le Scienze degli Animali da Laboratorio) mi confrontavo con ricercatori italiani e stranieri sui problemi che riguardano la sofferenza dell’animale da esperimento e partecipavo, anche a livello istituzionale, ad incontri per l’acquisizione
della neonata Direttiva Europea n. 6106/2010; coltivavo contatti personali con i protagonisti nazionali del dibattito animalista ed elaboravo dentro di me i presupposti di una nuova visione etica del rapporto uomo-animale. Così, nell’aprile
del 2012, mi sono dimesso - con una lettera aperta - dalla A.I.S.A.L., per imprescindibili divergenze d’opinione sulle linee etiche tenute dall’associazione relativamente ad alcuni aspetti della sperimentazione con animali, ma ho mantenuto con
detta associazione (e con alcuni vecchi colleghi) rapporti di collaborazione culturale, alla luce di una reciproca stima.
Attualmente sono referente scientifico
della Sezione di Neuroscienze Cognitive e Biologia dei Recettori dell’Associazione “G.M. Balzarini”, istituto in convenzione didattica con le Università di Bologna, Urbino e Chieti ed anche coordinatore del Gruppo
P.A.C. - Psicologia Animale Comparata - Italia. Ho diretto, per conto delle Edizioni EVA, la collana IBIS, di Psicologia e Neuroscienze e, per le Edizioni Aracne di Roma, partecipo alla redazione di una collana di studi etologici. Lavoro a Forlì,
come psicologo-psicoterapeuta e coordinatore della U.O. di Psicologia e Neuroscienze, presso il POLIAMBULATORIO KRIPTON, una struttura sanitaria polispecialistica della medicina privata forlivese .
Questa è stata la mia vicenda, per così dire "scientifica", ma la psicoterapia ... che fine ha fatto la PSICOTERAPIA? ... Quale posto ha dunque occupato nella mia vita?
Continua nella sezione
"Psicoterapia"
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