Le mie dimissioni non intaccano i sentimenti di profonda stima e gratitudine che ho
sempre nutrito per il Presidente della AISAL e per i colleghi con cui ho avuto l’onore di lavorare e confrontarmi.
Gianni
Tadolini - Coordinatore Gruppo P.A.C. - Italia (maggio 2012)
Testo della lettera aperta inviata
al Presidente della A.I.S.A.L., Dr. Gianni Dal Negro ed al Consiglio Direttivo
Caro Presidente,
ho preso visione della lettera che, in data 27 marzo 2012, hai inviato all’On. Mario Monti - Presidente del Consiglio dei Ministri,
all’On. Renato Balduzzi - Ministro della Salute, all’On. Enzo Moavero Milanesi - Ministro per gli Affari Europei ed all’On. Francesco Profumo - Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, per esprimere (a quanto sembra anche
a nome dell’intera comunità A.I.S.A.L.) la tua preoccupazione per un eventuale esito positivo del disegno di legge N° 3129: “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia
alle Comunità europee - Legge comunitaria 2011”.
In tale disegno di legge - come tu correttamente
metti in evidenza - vengono definite disposizioni di recepimento della Direttiva europea 2010/63, riguardante la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, disposizioni che di fatto penalizzano la ricerca biomedica italiana, almeno se considerata
unicamente nella sua configurazione attuale. In particolare la tua critica si concentra sull’art. 14, comma c, che propone il divieto dell’allevamento, su tutto in territorio nazionale, di primati, cani e gatti destinati a fini
scientifici e sul comma f dello stesso articolo che inibisce gli esperimenti che non prevedono l’uso di analgesia od anestesia, a fronte del prodursi di dolore rilevante per il soggetto sperimentale.
Le considerazioni da te espresse, circa i rischi che l’approvazione del disegno di legge in questione determinerebbe, sono in gran parte da me condivise: è probabilmente
vero che potrebbe aumentare l’importazione di animali dall’estero - con dubbie garanzie sulle condizioni di allevamento, di stabulazione e di trasporto - ed è altrettanto vero che la generalizzazione delle procedure anestesiologiche, in
tutti gli esperimenti, potrebbe invalidare alcuni studi tossicologici ed algologici. Tuttavia, se accettiamo di collocare la dimensione etica al massimo gradino della scala valoriale (almeno questo è il mio orientamento), è doveroso accettare
tali rischi, adoperandoci poi con ogni mezzo per contrastare gli eventi e le condizioni negative di cui temiamo il verificarsi.
Allora:
- La risposta al rischio d’importazione di animali, non adeguatamente controllati, dall’estero dovrebbe essere affrontata
con un supplemento normativo contenente la prescrizione dell’applicazione di protocolli ferrei sulla provenienza, sulla cura, sulla correttezza e sull’eticità delle procedure utilizzate per il trasporto e la stabulazione degli animali, tenendo
conto delle caratteristiche psicobiologiche specie-specifiche.
- Nella valutazione di ciò che implica il comma c sarebbe nostro dovere considerare
le componenti socioculturali ed emozionali che collocano alcune specie appartenenti alla classe biologica dei placentati - la stessa dell’Homo sapiens - troppo prossimali alla sfera della nostra sensibilità: mi riferisco proprio
ai cani, ai gatti ed ai primati. Non è un caso che una percentuale ormai elevatissima di italiani si stia avvicinando alle posizioni animaliste.
- In
fine, per ciò che riguarda le questioni contemplate al comma f, credo che dovremmo avere il coraggio, come uomini di scienza - a fronte della sofferenza di creature a cui persino la legislazione internazionale ha riconosciuto lo stato di esseri
senzienti e portatori di diritti - di desistere a volte dallo sperimentare: è proprio la nostra conoscenza scientifica che tende a consigliarci uno spostamento di quel punto di osservazione ostinatamente antropocentrico in cui ci hanno collocato le
culture del passato.
Dovendo insieme riconoscere, caro Presidente, che la tua lettera del 27 marzo viene ad insistere
su una visione etica non sufficientemente compatibile con la mia, considerando inoltre che i contenuti espressi non vengono da te riportati come tuo parere personale, ma come pensiero della comunità A.I.S.A.L., ritengo corretto formalizzare un mio ritiro
dall’Associazione.
Rinnovo comunque la mia disponibilità a qualsiasi opportunità di collaborazione - soprattutto
in relazione alle tematiche della formazione etica dei ricercatori - e mantengo vivi, nei tuo confronti, i sentimenti sinceri della più profonda stima.
Gianni Tadolini