Gianni Tadolini
IL RANDAGISMO
CANINO FRA TRAGEDIA E METAFORA
Saggio introduttivo di Giacomo Foglietta
Scheda
di Emanuela Brancato
Edizioni Eva, 2014 - Collana IBIS n. 7
Pagine 51 - € 10
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Dal capitolo d'apertura, pag.16
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... Scopo di questo saggio è dunque quello di sensibilizzare il cittadino italiano, di indurlo all’assunzione della responsabilità
che gli compete verso il cane. Da migliaia di anni ci siamo accostati a questo animale, togliendolo al suo ambiente naturale, sfruttandone i sentimenti, pretendendo fedeltà ed obbedienza: il cane ha risposto con un patto di solidarietà che non
sarà certo lui a sciogliere. A questo punto non possiamo essere noi umani a tradire il cane, anche quando non abita nelle nostre case o fa la guardia ai nostri giardini. Non possiamo tradirlo, quando si affaccia intriso di pioggia all’angolo di
una strada, con le costole ormai visibili per la lunga denutrizione; quando cerca ansimante un sorso d’acqua nelle roventi estati canicolari dell’altopiano pugliese; quando giace con una zampa spezzata al ciglio di una strada, travolto dall’arroganza
tecnologica di quell’altro mammifero, superficiale ed impietoso, che si chiama uomo.
Se il randagismo canino, anche in Italia, deve essere considerato propriamente
tragedia, per la copiosa vibrazione di dolore che espande e riverbera su tutto l’ambiente, fin dentro le nostre accoglienti dimore, non di meno può essere assunto a metafora, per ciò che
insegna alla nostra specie: il randagismo canino, metafora di ogni emarginazione e di ogni sopruso del forte sul debole, ci sia di monito perché della nostra insensibilità e grettezza di fronte al grido di dolore della natura dovremo un giorno
rendere conto.
Gianni Tadolini (Forlì - Cassano delle Murge, 2014)
Ordini: psicologia.animale@gmail.com